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Il futuro del gaming tra F2P, GaaS, Crypto e Play to Earn
Il mondo del gaming è vasto e in continua evoluzione e comprende una varietà di giochi per console, PC e dispositivi mobili, nonché una comunità globale di giocatori. Il gaming online consente infatti ai giocatori di competere e cooperare con persone di tutto il mondo.
È inoltre una forma di intrattenimento in continua crescita, con un mercato di $184 miliardi nel 2021, più dell’industria cinematografica e musicale messe insieme.
Basti pensare che il film con più incassi di sempre è Avatar (2009) con $2,8 miliardi, che è nulla comparato agli $8 miliardi di Grand Theft Auto V (2013), videogioco molto popolare ma che non è nemmeno il più venduto di sempre.
Free-to-Play: la rivoluzione vincente
Il modello Free-to-Play (F2P) è un modello di business per i videogiochi multiplayer secondo il quale non si paga un prezzo d’ingresso per giocare.
La maggior parte dei videogiochi più giocati ad oggi sono F2P, infatti viviamo in un mercato nel quale essere videogiocatori significa non spendere nemmeno un centesimo.
Ma non è sempre stato così.
Torniamo indietro nel tempo: siamo in Corea del Sud, è il 1999 e la software house Nexon rilascia QuizQuiz, il primo F2P della storia.
QuizQuiz è un titolo multigiocatore di massa gratuito basato su intrattenimento ed educazione nel quale i giocatori si sfidano a colpi di domande, risposte e mini-giochi, ma la peculiarità è che l’intero modello economico si basa su un sistema di micro-transazioni che consentono di acquistare cosmetici per personalizzare il proprio avatar.
A incidere fortemente sul mercato sarà il successivo gioco di Nexon rilasciato nel 2003: MapleStory, un MMORPG (gioco di ruolo multigiocatore di massa, traduzione brutta) gratuito che, cavalcando l’onda generata da altri MMORPG, riesce a scalare le classifiche orientali di download e a incassare cifre da capogiro grazie appunto alle micro-transazioni.
L’esplosione della formula F2P avverrà nel 2007 con la presentazione del primo iPhone e quindi l'ascesa dell’App Store di Apple, e con la rinascita dei browser game come Farmville di Zynga, che accolsero una fetta di utenti enorme nella nicchia dei software per l’intrattenimento.
Inizia così l’età dell’oro: nel 2013 le classifiche di gaming su PC e mobile sono dominate da F2P come League of Legends e Crossfire, mentre nel mercato smartphone impattano titoli come Candy Crush Saga che fanno registrare numeri completamente alieni agli standard dell’industria.
In questi anni c'è anche della resistenza da parte dei titani del settore: i giochi AAA - classificazione generica per definire i titoli prodotti da editori di grandi dimensioni - non riescono ad abbracciare la filosofia F2P, costano troppo in sviluppo per essere rilasciati gratuitamente.
Viene introdotto quindi il supporto-post lancio, che si basa sul rilascio di espansioni e contenuti extra chiamato anche “Game-as-a-service". Nascono così giochi capaci di trasportare i giocatori nel cuore di universi persistenti e in costante evoluzione per giustificare il pagamento a prezzo pieno del gioco stesso. Fanno parte di questa categoria titoli come Destiny, Rainbow Six Siege, Overwatch.
Nel 2018 avviene il rilascio gratuito della Battle Royale di Fortnite, che segna la svolta e fa tremare l’intera industria: il gioco è gratuito, ogni settimana vengono introdotte novità - gratuite anch’esse - ed è pieno di elementi cosmetici acquistabili con i V-Bucks (moneta di gioco) o sbloccabili giocando.
Il gioco ottiene talmente tanto successo che il publisher Epic Games si trasforma nell'arco di pochi mesi in un colosso finanziario capace di mettere in imbarazzo i bilanci di interi stati.
Infine, poco più in là anche i giganti del settore cedono e fanno uscire tripla AAA nelle stesse modalità - tra gli altri: Destiny 2, Overwatch 2, Warzone.
Come funziona il modello Free-to-Play
La logica di funzionamento del modello F2P è molto semplice: se la base installata di utenti raggiunge una determinata soglia, è sufficiente che una minuscola parte di essa scelga di spendere per rendere il progetto sostenibile.
Un esempio lo si ha con un report sui giochi mobile che dice: il 50% degli incassi del prodotto medio provengono dal 5% della base installata.
In altri termini, ciò significa che 5 persone ogni 100 rappresentano la fetta più consistente dei ricavi complessivi.
F2P, il futuro del gaming?
Ma quindi saranno i F2P il futuro del gaming?
Non c’è una risposta certa, dipenderà tanto dagli sviluppatori quanto dai videogiocatori e soprattutto dall’esperienza videoludica.
Perché è bello non pagare per divertirsi, ma diventa meno bello se la richiesta di micro-transazioni è troppo aggressiva o addirittura necessaria - come il brutto caso dei Pay-to-win, una categoria di F2P nei quali per diventare più forti o superare un livello bisogna per forza acquistare potenziamenti.
Crypto gaming e Play to Earn: la nuova frontiera
Il metaverso sembra un concetto nuovo, ma non è proprio così: l’idea di creare il proprio alter ego digitale, mettersi in contatto con altri avatar in mondi virtuali è un’idea che ha più di vent’anni che è stata solo leggermente aggiornata.
Il caso World of Warcraft e l'origine delle criptovalute
Può sembrare strano, ma gli antenati del mercato delle criptovalute - che oggi vale più di 2 trilioni di $ - risiedono in World of Warcraft, gioco MMORPG a pagamento, pubblicato nel 2004.
Nel 2009 World of Warcraft contava 10 milioni di players e ad oggi avrebbe generato circa 9 miliardi di $.
Giocando è possibile comprare oggetti utilizzando la moneta di gioco Gold (come i V-Bucks di Fortnite), ma le monete di gioco non erano comuni all’epoca e i Gold si potevano acquistare tramite valuta fiat, quindi euro, dollari ecc...
Certi oggetti che potevano essere ottenuti da alcuni dei boss più duri diventavano presto estremamente preziosi, quindi scambiati per Gold. Account con tanti Gold venivano poi rivenduti per fiat e così vi.
Tutto questo processo generò un vero e proprio “mercato nero”, nel quale ricadde anni dopo anche Fortnite. Addirittura su World of Warcraft uscirono notizie di prigionieri cinesi costretti a giocare per ottenere Gold, mentre Fortnite fu accusato di riciclaggio.
La blockchain può aiutare?
Una possibile soluzione al problema potrebbe arrivare dall'impiego di una blockchain.
Decentralizzando la moneta di gioco come anche gli oggetti, non sarebbe più utile vendere l’account e sicuramente si avrebbe traccia delle transazioni e quindi della provenienza del denaro.
L’utente potrà collezionare, comprandoli dal marketplace o ottenendoli nel titolo, gli elementi in gioco e portarli con sé nel proprio wallet digitale (Es. Metamask). Poi in un sistema basato sulla valorizzazione dei singoli elementi, la parola chiave che emerge è digital scarcity, cioè la limitazione degli elementi disponibili al fine di creare una corretta distribuzione per domanda e offerta, una cosa più difficile da controllare in un sistema centralizzato.
Crypto games Play-to-Earn: Axie Infinity e Star Atlas
Vediamo quindi due Crypto games nati con la formula del “Play to Earn”.
Questa formula si può riassumere in un’evoluzione del F2P visto poco fa, unito all’economia di World of Warcraft: permette di giocare gratuitamente e anche di ottenere oggetti e monete scambiabili per valuta fiat.
Axie Infinity
Un primo esempio è Axie Infinity, il più famoso tra i play to earn.
Nato nel 2018 è ispirato a giochi popolari come Pokémon e Tamagotchi, dove gli Axie sono i protagonisti che possono combattere e crescere di livello. Ogni Axie è un NFT, è quindi unico e non riproducibile. Dall’allevamento si possono generare nuovi Axie, che possono ereditare alcuni tratti dai genitori, quindi le combinazioni di Axie sono infinite, così da rendere gli NFT davvero unici.
La moneta AXS ottenibile giocando, partita da un valore di $0,18, è arrivata ad un massimo di circa $160 e ora vale circa $13.
Star Atlas
Il secondo gioco play to earn è Star Atlas, di ATMTA Inc.
Star Atlas è ambientato in un universo futuristico dove astronavi e viaggi stellari sono all’ordine del giorno. Attualmente è in fase di pre-alpha, ma ha tutte le carte in regola per diventare il primo crypto game tripla-A.
Non si può ancora guadagnare giocando, ma esiste il marketplace dov’è già possibile acquistare la propria astronave ed equipaggiamento sotto forma di NFT, i quali si possono mandare in avanscoperta e in orbita per tornare con ricompense e ATLAS, che rappresenta la moneta di gioco.
L’uscita di Star Atlas è ancora ignota, ma quando uscirà se manterrà tutte le promesse, segnerà sicuramente una nuova frontiera del gaming.